Il signor dottore, Venezia, Fenzo, 1758

Vignetta Frontespizio
 ATTO SECONDO
 
 SCENA PRIMA
 
 Camera in casa della contessa.
 
 La CONTESSA ed un servitore, poi don ALBERTO
 
 la Contessa
 Venga pur don Alberto. (Al servitore che parte)
505Convien dir che davvero
 sia di me innamorato,
 se non si sazia mai di starmi allato.
 L’amor non mi dispiace
 ch’ei mi suole mostrar. Ma qualche volta
510gli do qualche tormento
 per un semplice mio divertimento.
 don Alberto
 Perdonate signora
 se nuovamente a importunarvi io torno.
 la Contessa
 Voi siete qui tre o quattro volte al giorno.
 don Alberto
515Quest’amaro rimprovero
 mi passa il cor. Non mi credea, il protesto,
 dover essere a voi così molesto.
 la Contessa
 (Ho piacer di vederlo
 un poco a delirar).
 don Alberto
                                     Da voi tornato
520sono per congedarmi;
 alla città portarmi
 deggio per un affar.
 la Contessa
                                       Quando si spera
 di rivedervi al borgo?
 don Alberto
                                          Innanzi sera.
 la Contessa
 Ora mi consolate.
525Subito che tornate
 favorite venire in casa mia,
 che ho piacer della vostra compagnia.
 don Alberto
 Ora mi deridete.
 la Contessa
                                  Ah no, vi accerto,
 non vi è nessuno al mondo
530ch’io stimi più di voi.
 don Alberto
                                          Oh me felice
 se fosse ver!
 la Contessa
                          Il dubitar non lice.
 don Alberto
 Dunque lieto ne andrò...
 la Contessa
                                               Tornate presto.
 E il tempo che qui resto
 senza di voi, vedrò di passar l’ore
535con quel gentil dottore
 ch’è arrivato testé bello e giocondo,
 ch’è il più amabile uom di questo mondo.
 don Alberto
 Vi piace?
 la Contessa
                     Estremamente.
 don Alberto
 Divertitevi seco
540dunque se lui vi preme.
 la Contessa
 Se verrete ancor voi staremo insieme.
 don Alberto
 Compatite signora, io non son uso
 cogli sciocchi trattare e mi stupisco
 che lo trattiate voi.
 la Contessa
                                     Sciocco il dottore?
545Voi non sapete niente;
 egli è un uomo gentil, vago e sapiente.
 don Alberto
 (Questo è troppo soffrir).
 la Contessa
                                                 (Smania il meschino).
 don Alberto
 Ah comprendo purtroppo il mio destino.
 Ciascun la grazia vostra
550meglio di me può meritar. Mi veggo
 fieramente avvilito,
 se un indegno rival mi è prefferito.
 
    Conosco e vedo
 ch’è un folle inganno,
555se all’arte credo
 di un cuor tiranno
 che si compiace
 nel tormentar.
 
    Ma a quell’indegno
560non la perdono,
 son nell’impegno,
 saprà chi sono
 né speri in pace
 di trionfar. (Parte)
 
 SCENA II
 
 La CONTESSA, poi BELTRAME
 
 la Contessa
565Povero don Alberto,
 non sa ch’io mi diverto,
 che lo sciocco dottor conosco anch’io
 e che inclina a lui solo il genio mio.
 Beltrame
 Oh di casa? (Di dentro)
 la Contessa
                          Chi è là?
 Beltrame
                                             Son io signora.
570Vedete? Ho domandato,
 pria di venire nella vostra stanza,
 perché non dite che non ho creanza.
 la Contessa
 Eh dopo ch’è tornato
 vostro figliuol dottore,
575voi principiate a divenir signore.
 Beltrame
 Padrona sì; sappiate
 che il signor Bernardino
 oggi v’invita al suo primier banchetto
 e l’invito vi manda in un viglietto.
580Eccolo; mi ha insegnato
 il dottor mio figliuolo
 le carte presentar col ferraiuolo. (Presenta il viglietto sopra un lembo del suo tabaro)
 la Contessa
 Da qual parte è venuto
 questo cerimoniale?
 Beltrame
585Credo sia un complimento dottorale.
 la Contessa
 Buono. Ma s’ei m’invita
 col mezzo di un viglietto,
 perché poi me lo reca il genitore?
 Beltrame
 Il foglio di un dottore
590chi lo avea da portar? Non è dovere
 che lo porti un villano;
 ed in mancanza della capa nera,
 per non mandare un semplice lacchè,
 quest’invito pensai portar da me.
 la Contessa
595Sentiam che cosa dice. (Prende per leggere)
 Beltrame
 Oh che penna felice!
 la Contessa
 Il carattere al certo
 non mi par dei migliori.
 Beltrame
 Sogliono scriver mal tutti i dottori.
 la Contessa
600«Madama». (Legge)
 Beltrame
                           Ah, cosa dite?
 la Contessa
                                                       «Bernardino
 dell’una e l’altra legge
 dottore adottorato,
 con facoltà etecaetera...»
 Beltrame
 Oh! Codesto etecaetera
605è una parola gravida
 che un dì partorirà.
 la Contessa
                                       «Stamane aspetta
 seco a mangiar la zuppa...»
 Beltrame
                                                    Ah? Che vi pare?
 Allevato non è nelle montagne.
 Non v’invita a mangiar riso o lasagne.
 la Contessa
610Bravo. «Stamane aspetta
 seco a mangiar la zuppa
 la signora madama
 padrona colendissima,
 la contessa Clarice». Obbligatissima.
 Beltrame
615Che vi par di quei titoli?
 la Contessa
 Si vede che ha studiato.
 Beltrame
 Ma! Vuol essere anch’ei titoleggiato.
 la Contessa
 È giusto.
 Beltrame
                    Che ho da dire
 dunque al signor dottore?
 la Contessa
620Dite al signor monsieur,
 dottore dottorissimo,
 con tutto il mio rispetto,
 che mi fa onore e le sue grazie accetto.
 Beltrame
 Brava, al signor monsù
625non si può far di più.
 Dottore, dottorissimo,
 padrone colendissimo!
 Si vede che voi siete
 una brava ragazza.
630Oh fareste con lui la bella razza!
 
    Se vi tocca il signor Bernardino,
 vi potete felice chiamar.
 Lo sapete, non è un dottorino;
 è un dottore che fa stupefar.
 
635   Lo speziale rimane stordito;
 so che il medico è mezzo avvilito.
 Il notaro, il signor cancelliere
 non ardiscono farsi vedere
 e le donne che san civettar
640me lo vogliono tutte mangiar.
 
    Ma non signore,
 il mio dottore
 di questa gente
 non sa che far.
 
645   Con voi potrebbesi
 incontessar.
 E voi potreste
 dottoreggiar. (Parte)
 
 SCENA III
 
 La CONTESSA, poi don ALBERTO
 
 la Contessa
 Che importa che nel borgo
650non vi siano comedie? Assai più vagliono
 di tutte le invenzioni teatrali
 i caratteri nostri originali.
 Oggi andrò a divertirmi
 con il signor dottore
655e finch’ei dura a delirar così...
 Ma don Alberto un’altra volta è qui.
 don Alberto
 Signora, ho un poco meglio
 pensato ai casi miei,
 veggo che non potrei
660soffrir la dura pena
 di vedermi schernir dall’idol mio,
 onde vi vengo a dar l’estremo addio.
 la Contessa
 Quali follie son queste?
 Di voi mi maraviglio,
665se andar vi preme, andate.
 Ma vuo’ che ritorniate,
 lo voglio, lo comando
 con quella autorità che su quel core
 voi mi donaste e mi concede amore.
 
670   Caro nel dirmi addio
 voi mi piagate il cor,
 non mi affligete ancor,
 non vuo’ penar così.
 
    Tenera sono anch’io,
675provo le fiamme in sen
 ma tollerar convien
 fino che giunga il dì.
 
 don Alberto
 Le credo o non le credo?
 Ah il di lei cor non vedo.
680Basta. Ritornerò. Fidarmi io voglio
 ch’ella mi sia sincera.
 Quello che si desia si crede e spera. (Parte)
 
 SCENA IV
 
 Camera in casa di Beltrame.
 
 ROSINA sola
 
 Rosina
 
    Poverina confinata
 in un borgo ad abitar,
685se or mi veggo abbandonata
 qual destin poss’io sperar?
 
    Vo’ fissare il mio destino
 e quel caro Bernardino,
 signorsì, mi ha da sposar.
 
690Non ho ancora potuto
 parlargli a modo mio. Venir lo vedo
 soletto in questo loco,
 voglio aspettarlo e vo’ sentire un poco.
 
 SCENA V
 
 BERNARDINO e la suddetta
 
 Bernardino
 
    Tutti voglion Bernardino,
695tutti cercano il dottor.
 Chi mi fa un profondo inchino,
 chi mi fa suo protettor.
 
    Io sto zitto e me la godo
 fin che posso aver il modo
700di spacciarla da signor.
 
 Rosina
 Ei signor Bernardino.
 Bernardino
                                           Addio ragazza. (Con sprezatura)
 Rosina
 Favoritemi in grazia,
 almen per cortesia.
 (Vo colle buone e poi verrà la mia).
 Bernardino
705(Ancor le voglio bene
 ma sostener conviene
 il grado e la figura
 e la deggio trattar con sprezzatura).
 Rosina
 Della vostra Rosina
710vi ricordate ancor?
 Bernardino
                                     Me ne ricordo.
 Sì mi sovvien dei giovanili errori.
 Ora è tempo di glorie e non di amori.
 Rosina
 Non sarà vostra gloria
 né giustizia né onor né convenienza
715se voi mi abbandonate.
 Bernardino
 Un dottore non bada a ragazzate.
 Rosina
 Vi ricordate almeno
 quel che avete promesso?
 Bernardino
                                                 Eh parliam d’altro.
 Rosina
 Voi prometteste a me...
 Bernardino
720Sì, prendete una presa di rapé.
 Rosina
 Voglio che ci parliamo.
 Bernardino
 Presto, che ora abbiamo? (Guarda l’orologio)
 È il mezodì passato,
 ci parleremo poi. (In atto di partire)
 Rosina
                                   Fermati ingrato, (Arrestandolo con forza)
725ah, così, traditore
 tratti la tua Rosina?
 Non son la coccolina?
 Non son la tua vezzosa?
 Il tuo pomin di rosa?
730Quest’occhi non son quelli
 che ti parean sì belli? E il mio bocchino
 che ti piaceva un dì non è più tale?
 Oimè che mi vien male,
 oimè non posso più! Ah sventurata... (Mostra svenire)
 Bernardino
735Ei Rosina, Rosina; oh cieli! È andata.
 Sono nel brutto imbroglio.
 Rosina, coccolina,
 svegliati bel pomino;
 apri quei begl’occhieti e quel bocchino.
 Rosina
740Chi mi chiama? (Svegliandosi)
 Bernardino
                                  Son io, sono il tuo caro,
 il tuo bel Bernardino,
 il tuo bel dottorino
 che ti vuol bene ancora,
 che ti ama e che ti adora,
745che perdon ti domanda ai propri errori.
 Rosina
 Vanne, è tempo di gloria e non di amori. (Lo rispinge con forza)
 Bernardino
 Hai ragion, lo confesso, ho fatto male,
 son stato un animale,
 tutte le mie pazzie son terminate.
 Rosina
750Eh non bada un dottore a ragazzate.
 Bernardino
 Maledetta direi
 quasi la mia dottrina,
 cara la mia Rosina,
 nel sentirti parlar sì dolcemente,
755nel mirarti languente,
 mi sentivo morir né so il perché.
 Rosina
 Si servi d’una presa di gingè. (Gl’offre tabaco)
 Bernardino
 Hai ragione, hai ragione;
 vendica i torti tuoi, merito peggio;
760sentimi...
 Rosina
                     Andar io deggio,
 il mezzodì è passato.
 Bernardino
 Ah no per carità.
 Rosina
                                  Barbaro ingrato.
 
    No che non son più quella
 cara, vezzosa e bella,
765che ti piaceva un dì,
 ah che l’amor sparì,
 ah che un crudel sei tu.
 No non ti credo più.
 
    Mai più, mai più.
770Questi occhi mori
 non son per te,
 grazie ed amori
 non ho per te,
 ah! Cosa c’è?
775Piangi per me?
 Eh galeotto
 già me n’avvedo,
 no non ti credo,
 sei traditor. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 BERNARDINO, poi PASQUINA e FABRIZIO
 
 Bernardino
780Oimè, mi viene un caldo
 che soffrir non si può. Par che le gambe
 non mi reggano più. Gli occhi si abbagliano.
 Tremo che paralitico
 par ch’io sia divenuto,
785sentomi venir male; aiuto, aiuto.
 Pasquina
 Che c’è?
 Fabrizio
                   Cos’è accaduto?
 Pasquina
 Qualche mal vi è venuto?
 Bernardino
 Sì m’è venuto male.
 Pasquina
 Aiutatelo voi signor speziale.
 Fabrizio
790Subito immantinente.
 Che cosa vi sentite?
 Bernardino
                                       Un caldo grande.
 Pasquina
 Sarà febre.
 Fabrizio
                        Sentiamo. (Gli vuol toccare il polso)
 Bernardino
 No non tastate qui.
 Fabrizio
                                      Dove signore?
 Bernardino
 Tutto è il mio mal nel cuore.
 Fabrizio
795Recipe per il cuore,
 confezion giacintina.
 Bernardino
 Vorrei la confezion della Rosina.
 Fabrizio
 Di chi? Di mia sorella?
 Bernardino
 Per appunto di lei,
800s’ella mi medicasse, io guarirei.
 Pasquina
 Scherza il signor fratello.
 Fabrizio
 Scherza il signor dottore.
 Bernardino
 Non scherzo no, mi ha corbellato amore.
 Pasquina
 Oh questa sì ch’è bella!
805Un dottor vostro pari
 non si vergogna dir ch’è innamorato?
 Bernardino
 Non rispetta Cupido il dottorato.
 Fatto ho quanto ho potuto
 ma alfin ci son caduto
810colle dolci parole e i dolci sguardi...
 cogli amorosi dardi...
 Oimè, che se ci penso
 tornami su il calore,
 più non posso parlar, mi manca il cuore.
 
815   Tenetemi, tenetemi,
 che or or vi casco qua.
 Oh povero dottore,
 sento mancarmi il cuore.
 Aiuto per pietà.
 
820   Caro speziale,
 cara sorella,
 Rosina bella
 mi guarirà.
 
    La pozioncina
825della Rosina
 per il mio male
 mi gioverà.
 
    Il mio tormento
 si cangerà
830e il cuor contento
 giubilerà. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 PASQUINA e FABRIZIO
 
 Fabrizio
 Lo sentite Pasquina?
 Egli ha lo stesso incomodo
 ch’io patisco per voi. Se a lui potrebbe
835giovar la mia Rosina,
 voi avete per me la medicina.
 Pasquina
 Con tutti, a dir io sento,
 non si adopra un egual medicamento.
 Fabrizio
 È vero; io son speziale
840e conosco il mio male
 e so che voi avete
 quelle droghe ordinarie
 che alla mia malatia son necessarie.
 
    La polvere d’oro
845che vale un tesoro
 con voi si può far.
 Nel vostro bel labbro
 si trova il cinabro,
 si sente odorato
850d’arromati il fiato,
 di zuccaro pieno
 si vede il bel cor.
 
    Vendetela, o cara,
 non temo la spesa,
855ne voglio una presa
 per mano d’amor. (Parte)
 
 SCENA VIII
 
 PASQUINA sola
 
 Pasquina
 Certo per dir il vero,
 se offender non temessi
 di mio fratello il grado dottorale,
860maritarmi vorrei collo speziale
 ma so quel che mi ha detto il signor padre
 e so che maritarmi egli destina
 a un dottore di legge o medicina.
 Ma il signor Bernardino,
865il signor laureato,
 di Rosina si dice innamorato?
 Che sposar la volesse
 certo non crederei.
 Cospetto! Se colei
870avesse mai questi pensieri insani,
 la vorrei schiaffeggiar colle mie mani.
 
    Mio fratel si sposerà
 con il fior di nobiltà
 ed io poi mi sposerò
875colla cuffia ed il mantò.
 Stupirà la città
 e ciascuno ci dirà:
 
    «Illustrissima signora.
 Illustrissimo signor,
880riverisco, mi esibisco
 con rispetto ed umiltà».
 
    Oh che gusto che si avrà.
 Viva pur la civiltà. (Parte)
 
 SCENA IX
 
 Sala con tavola preparata per il pranzo.
 
 BELTRAME ed alcuni servitori che vanno allestendo la tavola
 
 Beltrame
 Via, portatevi bene,
885fatevi onor, badate
 a non gli dar disgusto
 che il signor Bernardino è di buon gusto.
 Egli dee star nel mezzo. Ignorantacci,
 quella sedia levate
890ed a pigliare andate
 il seggiolon coi poggi. Un laureato
 è ben giusto che sia differenziato.
 Lascia veder quel pane.
 Oibò, per il dottore
895il pan della famiglia?
 Andatelo a comprar fuori di qui.
 Bianco e fresco trovatelo ogni dì.
 E codesta salvietta
 vi par che sia a proposito?
900Cambiatela vi dico.
 Per il dottore ne ho comprato sei.
 Arrabiarmi per questo io non vorrei.
 Ehi, andate in cucina
 la serva ad avvertire
905che s’ingegni di far di buon sapore
 qualche piatto distinto al mio dottore.
 Da questi villanacci
 poco si può sperar. Non hanno niente
 di garbo e pulizia,
910un dottore non san che cosa sia.
 
 SCENA X
 
 BERNARDINO ed il suddetto
 
 Bernardino
 Padre mio vi saluto.
 Beltrame
                                       Bernardino
 salutami in latino.
 Bernardino
                                    Salve, pater.
 Beltrame
 Salve, signor dottore.
 D’imparare il latin mi casca il cuore.
 Bernardino
915Non è l’ora del pranzo?
 Beltrame
                                             Come dicesi
 pranzo in latin?
 Bernardino
                                Dicesi prandium.
 Beltrame
                                                                          Bene,
 nos prandieremo or ora
 ma la contessa non si vede ancora.
 Bernardino
 Cosa importa di lei?
 Beltrame
                                        Per dir il vero
920mi pare una fraschetta,
 un dottor non aspetta.
 Le creanze costei dov’ha imparate?
 Presto figliuoli in tavola portate. (Ai servitori)
 
 SCENA XI
 
 FABRIZIO, ROSINA e detti, poi PASQUINA
 
 Fabrizio
 Con licenza signori.
 Beltrame
925Come c’entra Fabrizio e la Rosina?
 Fabrizio
 Porto al signor dottor la medicina.
 Beltrame
 Ti senti mal? (A Bernardino)
 Bernardino
                            Signore,
 aveva il mal di cuore
 ma tosto che ho veduto
930venir la medicina in questo loco
 ho preso fiato e ho respirato un poco.
 Beltrame
 Senza pigliar per bocca
 il male è andato via?
 Rosina
 Ha operato signor per simpatia.
 Beltrame
935Con vostra buona grazia
 si vorrebbe pranzar. (A Fabrizio e Rosina)
 Bernardino
                                         Via signor padre,
 in grazia di quel ben che mi hanno fatto
 con i farmaci suoi,
 fate che stiano a desinar con noi?
 Beltrame
940Tu che sei quel che sei
 ti contenti di lor? (A Bernardino)
 Bernardino
                                    Sì padre mio
 contento io son.
 Beltrame
                                Ben; mi contento anch’io.
 
    Voi avrete il grand’onore
 di pransar con un dottore
945pien di scienza e nobiltà.
 
 Fabrizio
 
    Di un onor sì segnalato
 io protestomi obbligato
 alla vostra gran bontà.
 
 Bernardino, Rosina a due
 
    Oh felice il mio destino
950che di stare a voi vicino
 il piacer mi donerà.
 
 Beltrame
 
    Sino che in tavola
 qualcosa portano
 ciascun si accomodi
955e i posti prendano
 di qua e di là.
 
 Bernardino
 
    Il primo posto
 si deve a lei. (A Beltrame accennando Rosina)
 
 Beltrame
 
 Il primo posto
960si deve a te. (A Bernardino)
 
 Pasquina
 
    E non mi chiamano.
 E non mi aspettano?
 E si dà in tavola
 senza di me?
 
 Bernardino
 
965   La forastiera
 va preferita.
 
 Pasquina
 
 Io non ci mangio
 con quell’ardita.
 
 Fabrizio
 
    Con chi l’avete?
 
 Rosina
 
970Che cosa dite?
 
 Beltrame, Bernardino a due
 
 Qua non venite
 per sussurar.
 
 Pasquina
 
    Che bel onore
 per un dottore
975quella fraschetta
 voler trattar!
 
 Rosina
 
    Che bel parlare,
 che bel trattare,
 la dottoressa
980si fa burlar.
 
 Bernardino, Beltrame, Fabrizio a tre
 
    Via regazzine
 siate buonine.
 
 Pasquina, Rosina a due
 
 Non mi seccate,
 voglio parlar.
 
 Pasquina
 
985   Degna non siete
 di star con noi.
 
 Rosina
 
 Son, lo sapete,
 meglio di voi.
 
 Pasquina
 
 Bella signora. (Ironico)
 
 Rosina
 
990Bella dottora. (Ironico)
 
 a due
 
 Quella grazietta
 fa innamorar.
 
 Beltrame
 
    Zitto signore,
 siate più buone,
995oggi è il dottore
 quel che dispone,
 zitto Pasquina,
 ch’ei vuol Rosina
 seco a pranzar.
 
 Pasquina
 
1000   Sì mio signore,
 so che il dottore
 la sua Rosina
 vuole sposar.
 
 Beltrame
 
    Oh cospettone!
1005Parla, rispondi,
 tu ti confondi? (A Bernardino)
 Corpo di Bacco!
 Presto parlate,
 muta restate? (A Rosina)
1010Cospettonaccio!
 Cosa direte? (A Fabrizio)
 Voi lo sapete. (A Pasquina)
 Tutto è scoperto,
 sì ne son certo.
1015Brutto dottore
 sei traditore;
 mille ducati
 tu m’hai costato.
 Ah disgraziato
1020così si fa?
 
    Subito presto
 fuori di qua. (A Fabrizio, a Rosina)
 
 Bernardino
 
    Salve pater.
 
 Beltrame
 
                                   Non ti ascolto.
 
 Fabrizio
 
 Ma signore.
 
 Beltrame
 
                         Non son stolto.
 
 Rosina
 
1025Perdonate.
 
 Beltrame
 
                       Via di qua.
 
 Pasquina
 
 Bravo bravo.
 
 Pasquina, Beltrame a due
 
                                  qua.
                       Via di
                                  là.
 
 Rosina
 
    Maledetta, sol per te.
 
 Pasquina
 
 Sì fraschetta. Così è.
 
 Rosina, Pasquina a due
 
 L’averai da far con me.
 
 tutti
 
1030   E che la tavola
 sen vada in cenere,
 più non si desina,
 si mangia tosico.
 Mi fan le viscere
1035tarapatà.
 
    Che smania oribile
 che il cuor mi lacera,
 le gambe tremano,
 la testa girami
1040di qua e di là.
 
    E che la tavola
 sen vada in cenere,
 più non si desina,
 si mangia tosico.
1045Mi fan le viscere
 tarapatà.
 
 Fine dell’atto secondo